Dalla ‘notte buia e tempestosa’ ad un mercato ancora fermo… cosa bolle nella pentola di Marotta?

Premetto che sul carro ci salirò anche io, perché l’amore per la Juve è incondizionato. Però bisogna avere la lucidità di guardare le cose come stanno e fare valutazioni che vanno oltre all’amore cieco per i colori bianconeri, anche se non possono che essere valutazioni forse un po’ troppo premature, visto che l’estate sarà ancora molto, molto lunga. Premetto anche che dopo aver visto come NESSUNO degli esperti di mercato sia riuscito ad anticipare la notizia delle visite mediche di Schick, aumenta la mia convinzione sul fatto che Marotta stia lavorando sottotraccia su qualcosa di grosso.

Purtroppo bisogna partire dal maledetto 3 giugno, dalla notte di Cardiff, la notte in cui ciò che a mio avviso è emerso non è tanto ‘la maledizione delle finali’ o ‘loro sono abituati e la Juve’ o ancora ‘c’è stato un crollo psicologico e fisico’, la differenza SCHIACCIANTE è stata sul piano tecnico. Il Real si può permettere un Benzema ‘così così’ perché i goal li fa CR7, si può permettere un CR7 che gioca dalla trequarti in avanti perché la palla lì ce la porta Modric, il quale, se non è in giornata, viene ‘coperto’ da un Isco, autore di una seconda parte di stagione strepitosa. Nella Juve spento Dybala, spenta la luce; ci prova Pjanic, ma il ginocchio balla e se il fisico non regge c’è poco da fare. Vabè facciamo un cambio, leviamo Paulino che sta facendo pietà, vai Lemina entra tu… loro intanto hanno messo Asensio, Morata e Bale.

Pare la cosa più banale del mondo, e invece in molti sembrano tapparsi gli occhi, voler andare a cercare tra gli episodi, gli infortuni, le presunte risse nello spogliatoio degli alibi che lasciano il tempo che trovano. Il vero problema è uno solo: la Champions si vince con i fenomeni e, ahimè, in bianconero non se ne vedono da un po’. Con ‘il gruppo’ si può arrivare in fondo, ma nella partita secca e più importante c’è bisogno di ALMENO uno al quale non scotta la palla tra i piedi, che fa tremare e spaventare l’avversario, che nel momento di difficoltà fa quel di più che può far scattare la scintilla negli occhi, nella testa e nelle gambe dei compagni. Per un anno intero si è cercato di lavorare per rendere Dybala questo ‘uno’, ma complice la giovane età, la prima partita di questo livello giocata e una gabbia attorno a sé costruita ad hoc da Zidane, per la Joya la notte che avrebbe potuto consacrarlo si è trasformata in una notte da incubo, da dimenticare o da prendere da esempio (negativo) da non ripetere mai più.
Dare addosso al solo Dybala sarebbe da sciocchi e da vigliacchi, perché il vero problema (di tutta la stagione, comunque stra-positiva) è stata la mancanza di alternative in tutto il reparto offensivo o la mancanza di alternative di qualità a centrocampo.  Alla luce di tutto questo sembra palese che per confermarsi in Italia e provare a raggiungere l’obiettivo Kiev c’è poco da fare: bisogna innanzitutto tenere i campioni e rinforzare la squadra con altri campioni affermati e abituati a certi livelli. I soldi ci sono e se si vuole fare la differenza oltre i confini bisogna spenderli badando un attimo di meno alla storiella dell’autofinanziamento, inutile nascondersi. Così come c’è la volontà del gruppo di rimanere per provare a ripetere una stagione, appunto stra-positiva, e renderla stra..ordinaria.

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Eppure dopo nemmeno un mese da Cardiff e dopo nemmeno un mese di calciomercato c’è qualcosa che, al momento, non quadra. Dani Alves, venuto per ‘insegnarci a vincere’ e per distacco il migliore da marzo in poi, complice anche qualche dichiarazione fuori posto lascia la barca (che non sta affondando affatto, come scrivono un po’ tutti); la società compra (Schick) e osserva o giovani (Bernardeschi) che hanno dimostrato ancora troppo poco per aver appeso addosso un cartellino con un prezzo incredibilmente esagerato oppure giocatori forse un po’ troppo avanti con l’età e che, francamente, con l’obiettivo dichiarato per la prossima stagione non c’entrano nulla (leggi Nzonzi). Sì, siamo ancora all’inizio, siamo ancora ai titoloni sparati per vendere giornali o alle bombe di calciomercato basate sui follow e i like sui social (Douglas Costa, ma forse qui c’è qualcosa di vero), però a meno di 20 giorni dall’inizio del ritiro, dove siamo abituati ad arrivare con gran parte del mercato già fatto, credo sia lecito per un tifoso chiedersi: che intenzioni ha la Juventus? Davvero Allegri nella riunione fatta in occasione del rinnovo contrattuale, ha pensato che con i vari Nzonzi e Douglas Costa si colma il gap che c’è con chi domina in Europa?

Ovvio, queste domande me le sono fatte pure io. E ho anche dato delle risposte, pervaso da un insolito ottimismo: sono sicuro, e spero di non essere smentito a fine mercato, che la società stia valutando profili di caratura internazionale e che molti dei nomi che stanno saltando fuori siano solo nomi ‘per i giornali’; Allegri avrà sicuramente indicato dei profili che possono aumentare il livello della squadra, soprattutto tecnico. Lo ha ripetuto fino alla noia che ‘la squadra deve migliorare sotto il profilo tecnico, della gestione della palla’ e che ‘spesso si fanno troppi errori tecnici’; davvero da un giorno all’altro si sveglia e pensa che questo miglioramento può darlo un giocatore come Nzonzi, del quale tra le azioni migliori quando ne parlano in tv fanno vedere il rigore sbagliato in Champions contro il Leicester? Davvero si pensa di poter sostituire Dani Alves (che il mister ha visto più come ala che come terzino) con De Sciglio o con Barzagli terzino o con Lichtsteiner? Davvero Schick può essere già da subito un vice Higuain in grado di fare la differenza?

Le risposte che vogliamo tutti ce la darà la società, quei nomi che tutti sognano e che magari ogni tanto saltano fuori un po’ ‘sussurrati’, tipo quell’Angèl(o) argentino del PSG, non si sa se arriveranno mai. Ciò che è certo è che smetto (quasi) completamente di leggere notizie di mercato e guardare programmi dedicati in attesa di comunicati ufficiali e belle notizie. Sarebbe bello addormentarsi e svegliarsi a metà agosto, ad esultare per una Supercoppa Italia stravinta, a gioire per una squadra che sia negli uomini sia nel gioco dia davvero l’impressione potersela giocare per davvero alla pari delle altre big europee. Questa sorta di ‘coma’, però, non è realizzabile e non ci resta che sognare, innervosirci, illuderci e commentare tutte queste voci in attesa che Marotta scoperchi questa pentola e ci mostri se gli obiettivi sono davvero ciò che abbiamo letto in questo primo mese, se c’è in canna un colpo ‘alla Higuain’ e se sognare Kiev è lecito.

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